Lo psicologo non lavora solo con “i matti”, ma si occupa anche di persone mentalmente sane che riportano problematiche comuni.
Il termine “matto” nell’uso gergale simboleggia l’immagine del folle senza controllo, un emarginato sociale, incapace di adattarsi alla vita sociale con le sue regole e modalità, una persona da cui prendere le distanze per la sua imprevedibilità o presunta pericolosità sociale.
In psicologia, la definizione che meglio ricalca l’idea di “matto” è quella di “psicotico” o “schizofrenico” e rappresenta una categoria diagnostica difficile da curare, in cui prevale un alterazione grave del pensiero, del comportamento e dell’affettività che provoca limitazioni importanti nelle normali attività della vita della persona.
Tuttavia, questa patologia ha un incidenza sulla popolazione di circa 0,3% – 0,7%, pertanto la possiamo considerare “non comune”.
La maggior parte delle persone che soffre di disagi psicologici non rientra in alcun modo all’interno di questa categoria di pazienti e di conseguenza hanno buone aspettative di cura e di risoluzione del proprio malessere.
Per alcune persone ricorrere all’aiuto dello psicologo rappresenta una sfida enorme perché attiva il timore di sentirsi giudicato “matto”, “uno con dei problemi”, “un diverso” e quindi una persona dalla quale stare alla larga, di cui non ci si può fidare. I pensieri più comuni sono:
- “Se ho bisogno dello psicologo, forse sono matto, ho gravi problemi.”
- “Sono diverso dagli altri, non sono capace di risolvere i miei problemi da solo.”
- “Gli altri non capiranno, penseranno male di me.”
- “Qualcuno potrebbe vedermi entrare dallo psicologo, cosa penseranno di me?”
Questi dubbi portano la persona a sentirsi potenzialmente rifiutato, umiliato e deriso dagli altri per la sua difettosità o diversità con la conseguenza di abbandonare l’idea di farsi aiutare.
La figura dello psicologo associata in passato al mondo della grave patologia psichiatrica (il manicomio, per esempio) continua in parte ad esistere oggi e parallelamente sopravvive uno stigma sociale nei confronti di quelle persone che ricorrono allo psicologo.
Tutto ciò è in parte vero, ma probabilmente l’immaginario collettivo sta mutando radicalmente.
Da una parte, lo psicologo è sempre più inteso come figura professionale equiparabile al medico inoltre, l’interesse per le tematiche psicologiche sembra notevolmente cresciuto grazie all’influenza dei media. Se pensiamo a cinquanta anni fa, le cose erano notevolmente diverse, la psicologia era un ambito ancora poco esplorato ad appannaggio di pochi.
Vi ricordo che potete trovarmi a Formigine e Pavullo
Salva