LA DEPRESSIONE: EPIDEMIOLOGIA
Secondo le statistiche, la depressione presenta una diffusione che oscilla tra il 5-8% della popolazione mondiale, il 10-15% della popolazione anziana, il 40-45% dei pazienti anziani ospedalizzati. In Italia la situazione risulta lievemente migliore con 1,5 milioni di persone affette da depressione, sebbene il 10% della popolazione abbia sofferto almeno una volta nella vita di un episodio depressivo.
I disturbi dell’umore sono in costante aumento in tutto il mondo a causa di numerosi fattori sociali ed economici. Tuttavia, è necessario considerare l’importanza di fattori individuali, quali la predisposizione genetica e l’insieme di esperienze vissute lungo l’intero corso della vita.
Dobbiamo precisare che non è corretto considerare la depressione come un’unica manifestazione di sintomi e cause. È, infatti, molto diverso soffrire di stati depressivi ricorrenti o ciclici (di natura spesso genetica) o avere una reazione depressiva dovuta ad accadimenti di vita (separazione, licenziamento, ecc…). In quest’ultimo caso, possiamo parlare di depressione reattiva ad un evento specifico, mentre nel primo caso lo stato depressivo assume un significato maggiormente esistenziale che può condurre l’individuo all’incapacità di mantenere un lavoro o delle relazioni per molti anni. Aaron Beck definiva la depressione come una triade negativa caratterizzata dalla visione negativa di sé, del mondo e del futuro.
I SINTOMI DELLA DEPRESSIONE
Chiariamo immediatamente che essere tristi non significa essere depressi. La tristezza è un’emozione che segnala la perdita di uno scopo importante per la persona, mentre la depressione è una patologia definita da sintomi specifici che possono manifestarsi per diversi giorni/mesi/anni.
Se ti senti triste, svogliato e di umore nero per l’intera giornata non stai soffrendo di alcun disturbo dell’umore; se questo stato, associato ad altri sintomi, si mantiene oltre le 2-3 settimane è consigliabile rivolgersi allo psicologo per un accertamento.
In elenco, alcuni sintomi che possono manifestarsi:
- sensazione di vuoto e mancanza di scopi;
- umore deflesso per buona parte della giornata;
- insonnia o ipersonnia;
- disperazione e forte angoscia;
- sensazione di essere più irritabile del solito;
- senso di colpa e impotenza;
- diminuzione dell’appetito o aumento dello stesso, con conseguente aumento o diminuzione del peso corporeo;
- sensazione di “rallentamento” associato ad affaticamento di tutto il corpo;
- difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni;
- difficoltà di memoria;
- diminuzione delle attività e calo del desiderio sessuale;
- pensieri di morte;
- disturbi digestivi, mal di testa e dolore.
LE CAUSE DELLA DEPRESSIONE
Come abbiamo visto, la depressione non ha una sola causa e può manifestarsi in seguito a crisi di vita, una malattia fisica o comparire spontaneamente. Esistono fattori specifici che possono innescare una reazione depressiva. Vediamoli assieme.
- Un trauma: la reazione a un trauma precoce, per esempio in età infantile o nel corso della vita, è il tentativo del nostro cervello di adattarsi allo stress subito. La depressione rientra tra le possibili conseguenze del trauma, oltre a numerose altre manifestazioni psicopatologiche (disturbi dissociativi, disturbi d’ansia, disturbi somatici, eccetera).
- Predisposizione genetica: la depressione si manifesta con più probabilità nelle persone con famigliarità per questo disturbo.
- Circostanze di vita: cambiamenti rilevanti all’interno della sfera relazionale (separazioni, allontanamento di un figlio, eccetera) o finanziaria possono provocare una risposta depressiva.
- Condizioni mediche specifiche: le persone che soffrono di particolari patologie come la fibromialgia, disturbi del sonno, dolore cronico, hanno maggiori probabilità di sviluppare la depressione. Alcune sindromi mediche (come l’ipotiroidismo) possono imitare il disturbo depressivo.
- Abuso di droghe e alcool: circa il 30% delle persone che abusano di sostanze soffrono di depressione.
LE DISTORSIONI COGNITIVE
Le distorsioni cognitive sono schemi abituali di pensiero che possono penalizzare la nostra capacità di affrontare i problemi della vita. Questi schemi possono ripetersi nel tempo, auto confermandosi, contribuendo alla genesi della depressione.
Alcuni esempi di distorsioni cognitive:
- Pensiero “tutto o niente”: vedere il mondo in termini assoluti, o bianco o nero (“se non vengo apprezzato per ogni mio sforzo, perdo completamente fiducia in me stesso”).
- Non riconoscere i risultati positivi: la tendenza a minimizzare o non considerare i risultati positivi (“ho passato l’esame, ma potevo fare meglio; la prossima volta verrò bocciato”).
- Reazioni negative automatiche: consiste nell’avere pensieri abituali rimproveranti, minimizzando o esagerando le conseguenze di un evento (“sono stato lasciato perché non valgo nulla”).
- Ipergeneralizzazione: la tendenza a generalizzare conclusioni negative (“non sono stato ammesso all’esame, non riuscirò mai a combinare nulla nella vita”).
- Personalizzazione: la tendenza a prendere troppo personalmente le cose (“il mio responsabile ha rimproverato il gruppo di lavoro, sicuramente si riferiva a me”).
- Filtro mentale: la tendenza a focalizzarsi soltanto sugli elementi negativi del discorso (“quando parlavi delle mie qualità hai espresso alcune critiche, sicuramente hai una bassa considerazione di me”).
DEPRESSIONE: TRATTAMENTO
La depressione può essere curata mediante la TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE INTEGRATA AI RECENTI MODELLI DI TRATTAMENTO, ossia la TERAPIA METACOGNITIVA INTERPERSONALE (TMI) – EMDR.
LE FASI STANDARD DEL TRATTAMENTO
- Valutazione e assessment
In questa fase si ricostruisce la storia personale e familiare del paziente e si esaminano le caratteristiche di espressione sintomatologica individuale del disturbo. È possibile somministrare al paziente eventuali test come il Beck Depression Inventory.
- La psicoeducazione
Vengono fornite informazioni semplici, ma dettagliate, sulla natura della depressione, sui suoi meccanismi fisiologici e patologici, e sulle ipotesi eziologiche del disturbo, eliminando molte interpretazioni erronee del paziente e andando a creare un insieme di conoscenze di base fondamentali. La psicoeducazione costituisce essenzialmente una ridefinizione del disturbo.
- Diario delle attività
Il diario delle attività è uno strumento importante nel momento in cui la persona non riesce a prendersi cura di sé, non è in grado di lavorare e di mantenere qualche interesse o responsabilità personale. In questi casi, l’obiettivo è aumentare progressivamente il livello di impegno, partendo da attività molto semplici fino a quelle più complesse. Sarà importante concordare con il paziente le attività da inserire nel proprio diario, spingendolo ad annotare giornalmente gli impegni portati a termine assieme al livello di piacere sperimentato (esempio: quanto è stato piacevole da 1 a 10 lavare la macchina?).
- La ristrutturazione cognitiva
Durante questa fase del trattamento, si fa riferimento ai modelli di Ellis e Beck. Una volta individuati gli schemi cognitivi disfunzionali del paziente, assieme alle distorsioni cognitive riscontrate che impediscono alla persona di affrontare i problemi della vita, occorrerà discuterli e ridefinirli per renderli più adatti alla realtà e agli scopi del paziente.
Di seguito, illustro lo strumento standard denominato “ABC” che verrà utilizzato durante la terapia per ricercare lo stile del pensiero di ogni singolo paziente. È uno strumento molto importante che è possibile utilizzare anche al di fuori della terapia.
DEPRESSIONE: TEMPI DI CURA
Le manifestazioni depressive sono estremamente diverse le une dalle altre come accennato all’inizio. La diversa eziologia del disturbo rende difficile stimare un tempo di recupero ragionevole. Alcune depressioni su base genetica, in particolare, quelle bipolari, si presentano ciclicamente con alternanza di umore deflesso e umore elevato. A causa dell’impatto estremamente invalidante sulla persona, è sempre necessaria l’associazione con una terapia farmacologica (prescritta da uno psichiatra). Nel caso di depressioni, per esempio, legate ad eventi di vita è necessaria una valutazione specifica delle circostanze e dell’impatto sulla persona. I tempi di guarigione potranno essere discussi con il paziente solo dopo la fase di assessment (4-5 incontri).